Prepariamoci a viaggiare! Non un viaggio nel senso classico del termine, ma un percorso tra luoghi, persone, colori, simboli, tecniche, suggestioni, ricordi, ambienti riconoscibili, immaginazione, composizione, studio, materia e non finito che…che fa ricominciare tutto da capo ma in maniera del tutto nuova in un cammino che si apre all’infinito. Troppo complicato? Non direi, ma andiamo con ordine e come se fossimo in un’opera di Adriano Bruneri partiamo da quella che è la base di ogni sua opera: la composizione! Ecco, studiamo molto bene la composizione dell’analisi di questo viaggio critico che ha come obbiettivo capire meglio le pitture dell’artista. La prima tappa del viaggio è quella che genera la scelta del soggetto. Bruneri non si esprime attraverso un genere solo, sebbene ci sia una predilezione per il paesaggio, ma sono la situazione, il momento che si trasformano in sentimento e ricordo che vengono fissati nell’immagine. Già l’immagine, anche in questo caso c’è un “mini viaggio” da fare perché il momento, per preservarne il ricordo, sempre diventa fotografia, la fotografia diventa la partenza per un disegno che sta alla base della composizione, la composizione a sua volta viene studiata nei minimi dettagli sulla posizione delle componenti, colore, luminosità…dando vita al progetto che poi diventa opera. L’impressione è che alla fine tutto sia molto delineato e definito. In realtà è infinito. Infiniti sono i sentimenti e le emozioni del ricordo che vengono affidate alla capacità infinita del colore di far scattare molle emozionali sia nel pittore, nella fase creativa, che nella persona che si lascia coinvolgere da ciò che sta guardando. I paesaggi, i ritratti, le immagini cui Bruneri dona la vita e la capacità di comunicare sono “educate” a trasmettere attraverso il simbolo. Quello che si genera non esiste nella realtà, non si vedrà mai la rappresentazione di un ambiente o di un paesaggio per quello che è nella realtà, ma incontrando l’infinito creativo ed emozionale del pittore si hanno sempre uno, o più elementi, perfettamente riconoscibili, quasi dei porti sicuri dove approdare durante questo viaggio empatico; composti assieme ad altro si evolvono in simbolo e sono la genesi di qualcosa di assolutamente nuovo e da scoprire. Adriano Bruneri non ama parlare di sé ma lo fa attraverso i suoi quadri. Anche la tecnica è al servizio dell’apertura dell’universo interiore del pittore. Bruneri, pur conoscendo diverse tecniche, predilige quella di base della pittura ad olio che poi declina in strade diverse a seconda del risultato, ricordo, racconto e sentimento, al quale vuole dare forma. Le preparazioni Si intendono preparazioni con gesso e colle animali, olio e spatola, olio e pennello, acrilico e gesso, acrilico con finiture a olio, sfumature e contrasti di colore hanno un ruolo fondamentale, assieme alla composizione, come assume appunto il colore, sia nella sua struttura materica che diventa parte fisica dell’opera, che nella sua cromia che è intimamente collegata al contenuto. Il colore per Adriano Bruneri è simbolo, simbolo di Libertà; usare il colore e tutti i tipi di colore significa anche liberarsi da pregiudizi, spesso accademici, nel campo artistico. La conoscenza e la conferma di se stesso, delle proprie capacità, della voglia di esprimersi e raccontarsi hanno nell’uso libero da pregiudizi del colore un altro luogo di approdo sicuro come per il simbolo, anzi diventando anch’esso simbolo. In Bruneri c’è un uso trascendente del colore, della forma e della composizione che sono parti importanti del sé. C’è un altro elemento sempre presente nelle opere di Adriano Bruneri che rappresenta, simboleggia, l’azione creativa libera aperta al trascendente: ogni creazione risulta sempre con un non finito. La mancanza di un totale completamento permette di considerare che la rappresentazione in materializzazione o smaterializzazione, si sta creando e allo stesso tempo scomponendo davanti ai nostri occhi. Ma c’è di più: lasciare qualcosa di incompiuto vuol dire dare vita ad una creazione aperta anche nell’interpretazione dello stato d’animo e nell’impressione che lascia ciò che viene rappresentato. La mancanza volontaria del finito è apertura volontaria all’infinito.
Tommaso Giorgi
“Nella pittura di Bruneri, gli oggetti sono riassunti nel segno e nel colore, tra cronaca e memoria, in cui si combinano i ricordi e le sensazioni. In particolare il colore, deciso e corposo, suscita atmosfere precise e emozioni intense. Il colore, come protagonista delle sue opere, non raggiunge il suo obiettivo solamente nel delineare il soggetto del dipinto ma si completa con energia nel fondale vivo che abbraccia e contestualizza il tema rappresentato.”
Elena Poli
“La sua è una pittura estremamente raffinata e colta nella quale nulla è ovvio o scontato, ma tutto diventa scoperta. Ed è pure una pittura emozionale che si nutre di un vivace senso cromatico grazie al quale il soggetto emerge prepotentemente, quasi fosse celato per un attimo da una quinta teatrale, da tinte scure in seno alle quali esso si afferma non in modo invasivo, ma sottovoce.”
Simone Fappanni